Rabbit Hole (2011)
TRAMA
Becca e Howie Corbett sono una delle tante coppie benestanti delle villette residenziali del Queens, anche se da otto mesi le loro vite sono come sospese, congelate nell'elaborazione di un lutto. Da quando il figlio di quattro anni è stato investito da una macchina, i due hanno sviluppato un meccanismo opposto di rimozione. Howie tende semplicemente a obliare l'evento, facendo rivivere ogni sera la presenza del figlio attraverso i filmati del proprio telefonino; Becca cerca invece volontario isolamento, dedicandosi alla cura del giardino, della cucina e alla sistematica eliminazione di tracce e ricordi. In questo limbo che sembra impossibile superare, Howie comincia a legare con una donna conosciuta durante una seduta di terapia di gruppo, mentre Becca decide di aprirsi con il giovane adolescente che era alla guida della macchina quel giorno fatale.
Entrambi esponenti e narratori di quel milieu newyorkese off-Broadway situato a metà fra underground eversivo and intellectual elite, John Cameron Mitchell and David Lindsay-Abaire meet in a "rabbit hole" where you consume more processing of unbearable grief. At first glance, nothing could seem more distant from the outrageous and colorful worlds of Hedwig and Shortbus of this inaccessible cave dug into the family routines by Pulitzer Prize-winning playwright. Nothing, if in this cold atmosphere and not dwell brain impulses at odds with the conventions of the tragic and the universal sentiment.
The "den" of the Corbett family thus becomes a double place perfectly consistent with the New York director of the transgressive carrolliani universes: one is the alternative world falsa ipocrisia e alla finzione programmatica dei meccanismi hollywoodiani; dall'altro, via di fuga per desideri ed espressioni distanti dal moralismo benpensante. Privilegiando per la prima volta l'eleganza formale alla trasgressione colorata e colorita, Mitchell affronta il tema del lutto con uno stile sapientemente in bilico fra rispettosa discrezione ed empia franchezza. La drammaturgia del testo di Lindsay-Abaire viene esplorata in tutta la sua profondità dai due attori protagonisti, il cui allure da Actor's Studio viene messo di fronte tanto a una frenetica macchina da presa da cinéma-vérité che a uno sguardo vitreo e statico, intento a cogliere ogni micro-movimento sui loro volti.
Ai disegni di un fumetto (presenza immancabile in un film Mitchell, but this time entirely internal to the story) but it only show the delicate task of opening the gate, the happiness you want. If the world is an inescapable reality, it is said that the peace we can not still dream beyond the hole, where they live all possible worlds better than this.
TRAILER
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